Abbecedario della cittadinanza democratica

Vincitore del bando competitivo Horizon Europe Seeds

Il progetto “Abbecedario della cittadinanza democratica. Ricerche interdisciplinari e pratiche partecipative” [An ABC of Democratic Citizenship. “Community-Based Participatory Research” through Sciences & Humanities], ha vinto il Bando competitivo di Ateneo (Uniba) denominato Horizon Europe Seeds ed è stato finanziato per il 2022-2023 dal Fondo per la promozione e lo sviluppo delle politiche del Programma Nazionale per la Ricerca (PNR) assegnato all’Ateneo, per “Iniziative di ricerca interdisciplinare che esplorino temi di rilievo trasversale per il PNR.

  • Nel 2025 è stato presentato come Caso di studio di Terza Missione Uniba (VQR 2019–’24).
  • È promosso da 20 ricercatori/ricercatrici (di 4 Dipartimenti Uniba e 12 aree scientifiche): 15 donne.
  • Ha coinvolto in 2 anni: 6 PhD; 30 studenti Uniba; 4000 studenti delle scuole (227 classi, 34 istituti, dall’Infanzia ai Licei) e circa 20 enti partner.

I) OBIETTIVO GENERALE: PARTENDO DAL MONDO DELLA SCUOLA, PROMUOVERE UNA RICERCA INTERDISCIPLINARE E PARTECIPATA SUL RAPPORTO TRA PAROLE E CITTADINANZA DEMOCRATICA.

In concreto, con il contributo attivo di studenti e studentesse delle Scuole (dall’Infanzia alle Secondarie di Secondo grado) si sostiene la costruzione comunitaria di un Abbecedario della cittadinanza democratica, composto di 21 termini, dalla A alla Z (amicizia, bene, comunicazione, diversità… fino a zetesis).

In due anni scolastici (2022-2023; 2023-2024) sono stati coinvolti più di 4000 studenti e studentesse, 34 Istituti, 227 classi, dalla Scuola dell’Infanzia alle Secondarie superiori (anche stranieri e studenti nelle carceri). Rimandiamo al volume in open access (di quasi 500 pagine) che rendiconta in maniera puntuale tutto il progetto, il processo e i risultati (foto comprese) https://www.mimesisedizioni.it/libro/9791222316383

II) OBIETTIVI SPECIFICI:

Gli obiettivi stati riassunti in quattro motti/indicatori

1) Regalaci una parola

2) Costruiamo una mostra attiva

3) Studenti in cattedra

4) Do you care?

Si chiede alle scuole di ‘donarci’ delle parole, quelle che (studenti e docenti) ritengono più significative nella loro percezione della cittadinanza: termini senza i quali non potremmo vivere insieme.

Per fare questo, ogni classe, supportata dai propri docenti:

1.1: sceglie una parola/concetto;

1.2: svolge con i docenti scolastici delle diverse discipline una ricerca-azione interdisciplinare intorno ad essa, non solo con approfondimenti teorici, ma soprattutto con attenzione alla dimensione della cittadinanza attiva;

1.3: sollecita il protagonismo degli/le studenti/studentesse;

1.4: conclude il percorso con un compito-prodotto, che viene presentato alla comunità accademica e alla cittadinanza, durante l’evento conclusivo dell’anno, evento in cui le diverse parole (studiate, ricercate, vissute come pratiche) vanno a comporre un ideale Abbecedario della cittadinanza democratica.

– Primo anno: Amicizia; Bene; Cittadini; Diversità; Eco-sistema; Fragilità; Genere; Habitat; Identità; Justice; Kalos; Luce; Mare; Natura; Oggetti; Pace; Quotidiano; Rivoluzione; Scelta; Tutela; Utopia; Verità; Web; Xaos; You-and-me; Z-generation

– Secondo anno: Amicizia; Bene/i; Comunicazione; Diversità; Eco-sistemi / Eco-sostenibilità; Fiducia; Genere; Habitat; Ius/iuris; Libertà; Mare/Migrazioni; Noi; Oggetti; Pace; Qui-e-ora; Rispetto; Stupore; Trasformazione; Utopia; Verità; Zetesis

I percorsi annuali si concludono con un evento presso l’Università degli studi di Bari, durante il quale gli studenti/studentesse raccontano senso e valore delle parole su cui hanno lavorato durante l’anno, accompagnando la narrazione con poster, sculture, installazioni, flash mob, danze, video, girotondi, drammatizzazioni, plastici di citta ideali o di campi di concentramento, ambienti marini e urbani ricostruiti con minuzia, maschere, tendaggi, cartelloni, panel in 3d, giocattoli e strumenti musicali in materiale riciclato, statue, quadri, vere e proprie opere d’arte: insomma, tutti i linguaggi del corpo e dei sensi che i ragazzi e i giovani sanno utilizzare.

Questi prodotti, costruiti intorno alle parole-chiave, nelle edizioni precedenti, hanno invaso corridoi, aule, cortili, spazi studenteschi, atri, chiostrini, piazze adiacenti all’Università, fontane, persino il balcone del rettorato, da cui hanno continuato a pendere (e alle volte a cadere) le scarpette rosse di una scuola che ha lavorato sulla parità di Genere. Centinaia di foto dei prodotti, con le relative descrizioni, fatte dagli stessi studenti/studentesse sono nel volume già indicato.

La “mostra” è in esposizione per circa una settimana, attirando la curiosità di passanti, studenti e docenti universitari, amici e genitori. D’altro canto, nei 2/3 giorni dell’Evento finale, vengono creati una serie di panel di discussione intorno alle parole-chiave scelte.

Abbiamo lasciato ai ragazzi/ragazze il posto sulle cattedre universitarie, bloccando tutti i luoghi in cui normalmente in Ateneo si tengono i congressi scientifici. Abbiamo creato delle “sessioni”, proprio come nei convegni. Un’ora e mezza / due ore per ogni sessione, durante la quale due o più classi hanno presentato il percorso fatto. Ragazzi e ragazze – professori per un giorno – hanno raccontato quanto fatto con i loro insegnanti e il senso delle parole scelte. Ad ascoltare:

– gli studenti e i docenti delle altre scuole;

– studenti universitari di diversi corsi di laurea;

– alcuni genitori;

– i ricercatori che hanno guidato il progetto e altri docenti universitari ed esperti invitati appositamente (alunni per un giorno),

Circa una trentina di sessioni (nei tre giorni): dalle 9 del mattino alle 19.00. Ogni sessione aveva la sua parola di riferimento.

Qui le locandine e il programma dettagliato dei primi anni:

https://abcdresearch.eu/events/abbecedari-della-cittadinanza-per-pensare-e-costruire-comunita/ (2023)

https://abcdresearch.eu/events/abbecedario-della-cittadinanza-democratica-10-12-aprile-2024/

I care – risponde una famosa espressione, scritta su una parete della Scuola di Barbiana, contro ogni possibile “menefrego” fascista. We care! – hanno risposto migliaia di studenti, dando corpo al genitivo fondamentale del titolo del nostro progetto: (Abbecedario) “della” cittadinanza. Un genitivo soggettivo e non oggettivo: perché, come ha mostrato questa esperienza, nessuno è solo un cittadino potenziale (o periferico).

“Il cittadino è tal sin da bambino” – stato il tema del percorso annuale di una classe una liceale.

Per tutti gli adulti, è stato spaesante e istruttivo vedere, sulla cattedra dell’Aula magna dell’Ateneo, le “lezioni” date da bimbi e bimbe di 4-5 anni, con i loro girotondi e con i loro disegni. O vedere con quanta “maturità” bambini di 7/8 anni hanno mostrato come dovrebbe essere una città ideale. O con quanto “piglio” ragazzi e ragazze – spronati dall’esempio di Greta Thunberg – si sono rivolti a noi adulti, accusandoci di “ecocidio” e di tanto male (sociale e politico).

Non esistono cittadini marginali, ma solo (purtroppo) cittadini marginalizzati. Anche per questo, nel nostro progetto, c’è stata una forte attenzione, per esempio, all’inclusione di ragazzi con disabilità intellettive, o a chi studia in carcere. In alcune scuole sono state portate le voci di migranti o sono state valorizzate le storie degli studenti stranieri, presenti nelle classi.

III) STRATEGIA DELL’ISTITUZIONE, RISORSE/METODI/STRUMENTI IMPIEGATI

Il caso di studio presentato si inserisce nella strategia Uniba:

  • promuovere e sostenere proposte di ricerca altamente transdisciplinari
  • favorire la collaborazione tra ricercatori dell’Ateneo appartenenti a differenti aree culturali
  • stimolarne la presenza e l’integrazione dei ricercatori con lo sviluppo del territorio.

Abbiamo scelto, come orientamento metodologico, la Community-based participatory research; una metodologia adoperata soprattutto per la valorizzazione dei gruppi marginalizzati e/o che si vogliono promuovere attraverso un approccio cooperativo, che tiene in equilibrio ricerca e azione, e nel quale i membri del progetto contribuiscono al lavoro in maniera paritaria, attraverso un processo di coapprendimento; il che implica e comporta un mutamento rispetto ad un sistema dato e un arricchimento delle capacità di una comunità locale (sui vantaggi e impatti di questa scelta rimandiamo ai punti seguenti)

  • Perché parliamo di comunità marginalizzate? Innanzitutto pensando a quanto siano “invisibili” e non riconosciuti, nel loro “sapere” e “potere”, bambini/bambine, ragazzi/e e giovani. Mentre nel progetto le loro voci sono fondamentali (e sono diventate addirittura un libro).
  • Si tratta di promuovere coapprendimento e cambiamento dei sistemi di equilibrio tra ricerca e potere.
  • Da un lato i ricercatori Uniba sostengono i docenti e gli studenti delle scuole, ma dall’altro lato i ricercatori imparano dalle voci dei più piccoli.
  • Si scommette sulla fecondità (educativa ed etico-politica) dell’inversione dei ruoli (studenti in cattedra!): perché le generazioni future non sono solo quelle a cui dobbiamo lasciare/insegnare qualcosa, ma sono i bambini e giovani presenti da cui possiamo imparare.
  • In particolare, abbiamo lavorato con studenti in carcere (5 classi di Primo Livello e una classe di Alfabetizzazione presso la Casa Circondariale di Bari; una classe di Primo Livello presso il Carcere minorile, con un numero complessivo di alunni pari a 47); 18 classi hanno coinvolto studenti disabili/BES o stranieri; 26 classi hanno lavorato su inclusione sociale e migrazioni; 11 classi su parità di genere.

Partnership del progetto

Partner che hanno inviato lettere di “endorsement” già in sede di risposta al bando Uniba-Horizon-Seeds

Società Scientifiche e Organizzazioni internazionali

Enti nazionali:

Enti regionali:

Associazioni:

Comuni:

Reti di scuole e/o Comprensori scolastici 

Startup innovative:

Enti e realtà contattati nei primi mesi di progetto e messi in rete

Enti, Associazioni, Teatri, Realtà culturali, sociali e politiche:

  • Reti civiche (Bari)
  • Università della Terza età (Bari)
  • Il Teatro dei Borgia
  • L’Istituto Penale per i Minorenni “Fornelli” di Bari
  • Il Kismet/Teatri di Bari
  • La Compagnia CasaTeatro Aps
  • Il Dipartimento di Salute mentale di Taranto 
  • Il Teatro Patologico di Roma 
  • La Compagnia Licia Lanera 
  • Associazione Italiana di Storia Orale
  • Consulta nazionale di filosofia
  • Ufficio scolastico regionale (Puglia)
  • Associazione Philosophia ludens
  • Associazione Amica Sofia
  • Associazione Inventio
  • Forum dei Bambini (Bari)
  • ph, rivista internazionale open access
  • European festival ancient Greece (Agon europeo per le scuole, aprile 2023)
  • L’assessorato delle Culture del Comune di Trani 
  • Società Nazionale Debate Italia

 

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